lunedì 26 settembre 2016

Ardengo Soffici e le sue "scoperte e massacri", una mostra alla Galleria degli Uffizi





Pittore, scrittore, polemista e critico d'arte. Queste furono le doti di Ardengo Soffici, a cui gli Uffizi dedicano una mostra, aperta fino all'8 gennaio 2017, concentrando l'attenzione in particolare sugli anni che lo videro svolgere un ruolo di protagonista nell'aggiornamento della cultura figurativa italiana. L'evento espositivo è stato curato da Nadia Marchioni e Vincenzo Farinella.

I suoi scritti, pubblicati tra primo e secondo decennio del '900 e le iniziative da lui organizzate, come la Prima Mostra italiana dell'Impressionismo a Firenze nel 1910, sono considerati un momento decisivo per lo svecchiamento e il rinnovamento dell'arte in Italia. "Scoperte e massacri - Ardengo Soffici e le avanguardie a Firenze', il titolo della mostra - dal 27 settembre all'8 gennaio - preso a prestito dal libro di Soffici, 'Scoperte e massacri. Scritti sull'arte', del 1919. Esposti di Soffici ci saranno tra l'altro i pannelli decorativi per la 'stanza dei manichini' per la casa di Papini a Bulciano, la cui ricostruzione è uno dei punti focali dell'esposizione, e poi opere di Segantini, Picasso Braque, Medardo Rosso, Cezanne, Carrà.

Galleria degli Uffizi - Firenze




Fabrizio Del Bimbo

venerdì 23 settembre 2016

Ilaria Buccioni e la sua famiglia, numi tutelari di San Frediano

Sabatino è una celebre trattoria fiorentina di San Frediano,  importante crocevia di vissuti e un luogo simbolo della città.


 A sessant’anni dalla sua nascita il locale,, anima e memoria del quartiere festeggia questo bel traguardo anagrafico per mano della sua titolare, Ilaria Buccioni qui al suo debutto da autrice con “Trattoria Sabatino.

La storia di una famiglia e i sapori della cucina povera in San Frediano, il quartiere più popolare di Firenze" edito da  Maschietto. Il libro consta di 256 pagine che contengono la storia della nota trattoria sullo sfondo di San Frediano. Lo scrittore Marco Vichi ha firmato un racconto in cui ha immaginato che il suo personaggio, il commissario Bordelli, frequentasse Sabatino e diventasse protagonista di un interessante racconto che ora fa parte del libro di Ilaria. Il romanzo, straordinario banco dei ricordi, è diviso in 3 parti, una per ogni vicenda cui legare l’origine del ristorante. Nella prima la titolare/autrice torna sui legami parentali come se dovesse saldare un debito affettivo e culturale verso le persone più care. Nel ritratto di famiglia entrano tutti quelli che, per sangue o per destino,  sono entrate  nella trattoria con la stessa forza dell’alluvione del '66. La seconda parte si fa incalzante come i ritmi che scandiscono lavoro, “persone, movimento, chiacchiere, brusio,confusione”, e la visione caleidoscopica del mondo fuori e dentro illocale moltiplica i luoghi fino a disegnare una mappa. Si rivedono, tra le tante, Piazza del Carmine, il Mercato Centrale, Piazza del Cestello in un repertorio di aneddoti e siparietti che ha il suo gran finale nel trasloco di Sabatino del '99 dal Borgo alall'attuale indirizzo di via Pisana, all'ombra della Porta. Fu un evento memorabile cui parteciparono oltre 4000 persone. L’ultima sezione squaderna sentimenti e nomi di affezionati habitués, gente di ogni estrazione e dove che ha respirato l’ostinata perseveranza in semplicità, massima ospitalità a buon prezzo, giacché“ con 500 lire ci si poteva anche mangiare”. Il libro è corredato di foto storiche della trattoria, della famiglia Buccioni e del quartiere di San Frediano, oltre a disegni di avventori eccellenti e a illustrazioni di ricette..L’autrice restituisce al presente un coro di voci che, nel gioco dell’ibridazione dei generi letterari, potrebbe perfino prestarsi al teatro in vernacolo. L’uso della citazione, anche della più colorita espressione linguistica tipica del rione, alternata a testi extradiegetici che esaltano la riflessione e la dimensione privata del contesto, fa del libro una vera e propria ricetta per proteggere dall’oblio la tradizione culinaria e, soprattutto, il patrimonio di varia umanità che da Sabatino è sempre stato di casa. “_Chi havissuto in bottega, chi ha ascoltato e respirato l’aria del quartiere,sa descriverla come nessun altro: sa bene che l’identità del borgo era nelle chiacchiere delle strade, nell’udire voci riconosciute, nel sentirle scandire quotidianamente_”.Rivivono così figure di verace fiorentinità: dal granocchiaio al formaggiaio, dal lattaio all'ombrellaio è una lunga carrellata di maschere tiliche della città.  “tessuto civile che si salva non da solo, ma continuando a vivere insieme”, magari proprio sotto il tetto di Sabatino, all’ora di punta. Lo spiega bene lo storico dell’arteTomaso Montanari nella postfazione del libro intitolata "La politica di Sabatino" promosso atutti gli effetti luogo in cui si nutre la democrazia, dove la comunità è aperta a dispetto della "gentrificazione" che ha cambiato il volto del centro storico contribuendo ad allargare la forbice della distanzafisica e politica tra residenti ed "élite" di turisti stanziali. Non è così alla Trattoria Sabatino, piccolo mondo antico capace di introiettare il grande universo della diversità e trasformarlo invalore.I legami che si creano – o si saldano – dentro le mura di questagrande mensa popolare si sono visti già in occasione di fatti tragici cui Ilaria Buccioni dedica più di una riga, e non per esigenze narrative. Il 4 novembre 1966 l’Arno straripa , e Sabatino ne paga il prezzo al pari di tante altre botteghe fiorentine. Diversi anni dopo l’attentato ai Georgofilo  stringe le mani della popolazione in un unico grande cordone di solidarietà e commozione.

La Trattoria  Sabatino ha organizzato vari appuntamenti per festeggiare l’uscita del libro, vero e proprio caso editoriale che Maschietto lega a progetti più  ampi dedicati alla cultura gastronomica e al recupero della “patria alimentare”. 


 Si comincia sabato 24 settembre con la festa esclusiva riservata ai protagonisti dei racconti, cui parteciperàanche il Sindaco Nardella., si proseguirà quindi domemica 25 settembre al Teatro del Cestello per l'incontro moderato dall'attore Lorenzo Degli Innocenti  con Ilaria Buccioni, marco Vichi e alcuni personaggi del libro. Durante la serata si esibirà al violino  il musicista Augusto Vismara. Sabato 1° ottobre ci sarà la festa per tutti dalle ore 17 fino a a tarda sera.

Fabrizio Del Bimbo


martedì 20 settembre 2016

Piuma, film di Roan Johnson, la leggerezza secondo i giovani



Il film Piuma di Roan Johnson scirà nelle sale il prossimo 22 settembre.
In concorso al Festival di Venezia, dove il cast si è aggiudicato il Premio Speciale Francesco Pasinetti




Questa è la trama:  "Quando arrivano le difficoltà il Samurai se ne rallegra. Forse è perché è scemo, direbbe Cate. No, risponderebbe Ferro: è che quando l’acqua sale, la barca fa altrettanto. Per Ferro e Cate saranno i nove mesi più burrascosi delle loro vite, anche se loro non hanno ancora capito la tempesta che sta arrivando: alla bambina ci penseranno quando sarà nata. E poi comunque devono preparare la maturità insieme al Patema e agli altri amici, il viaggio in Spagna e Marocco, vogliono pensare all’estate più lunga della loro vita, alla casa dove stare insieme, ai loro sogni di diciottenni.A non essere pronti non sono solo Ferro e Cate ma anche i loro genitori: quelli di Ferro, che prima li aiutano e poi vanno in crisi sfiorando il divorzio; quelli di Cate, più assenti e in difficoltà di lei. Tutti alle prese, loro malgrado, con un nipote e una responsabilità in arrivo con quindici anni di anticipo. IL REGISTA - "Ho iniziato a scrivere questa storia con Ottavia, Davide e Carlotta perché condividevamo con la gran parte della nostra generazione, una grande paura: fare un figlio..". Con queste parole il regista Roan Johnson racconta come è nato il film. "La cosa più naturale del mondo è diventata paradossalmente una complicazione incredibile. In questo tempo ed in questo paese diventare genitori sembra essere non tanto l'inizio di una nuova vita, ma la fine di una vecchia - prosegue Johnson - fine degli aperitivi, dei week end passati sotto le lenzuola, dei viaggi senza meta e l'inizio di una serie di difficoltà materiali e responsabilità morali." "Insomma, di solito ci si mette trenta o quarant’anni per essere pronti a diventare genitori, Ferro e Cate hanno solo nove mesi. E purtroppo un figlio non ti aspetta - conclude il regista -  Tu puoi essere pronto o meno ma lui arriverà. Ma se rimani leggero come una piuma e con il cuore dalla parte giusta, allora forse ce la puoi fare.."


Fabrizio Del Bimbo

La collezione d'arte dell'Ente CRF è finalmente visibile

Visibile al pubblico per la prima volta una selezione della collezione d’arte dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze. E’ il progetto ‘In collezione. Un percorso d’arte dal XIII al XX secolo’ col quale la Fondazione, dal primo ottobre 2016 al 15 gennaio 2017, apre le porte della sua sede (via Bufalini 6 - Tel 055 5384001- ingresso gratuito solo su prenotazione con visita guidata) ed espone la parte più preziosa della propria raccolta che vanta più di 900 opere tra dipinti e sculture, oltre a diverse migliaia di disegni e litografie degli artisti Pietro Annigoni e Luciano Guarnieri. Formatasi nel corso del Novecento grazie ad acquisizioni effettuate dalla Cassa di Risparmio, tra il 2000 e il 2001 la collezione è stata in gran parte rilevata dalla Fondazione per evitarne la frammentazione impedendo così la dispersione di opere importanti legate alla storia della città. L’Ente Cassa ha a sua volta effettuato nuove acquisizioni finalizzate a migliorarne contenuti e qualità, ma sempre strettamente connesse alla storia di Firenze e della Toscana.


Il progetto scientifico del nuovo allestimento, a cura di Carlo Sisi, direttore della Commissione Tecnica Arte interna all’Ente, ha previsto una selezione delle opere di maggior pregio, accolte negli spazi di rappresentanza degli uffici della Fondazione. Ogni sala racconta un episodio della storia figurativa italiana e in particolar modo toscana, dal XIII al XX secolo: da Giotto, Mariotto di Nardo, Filippino Lippi, Perugino e Vasari, ai pittori macchiaioli e naturalisti come Giovanni Fattori, Odoardo Borrani, e Eugenio Cecconi, fino ai protagonisti del Novecento come Lorenzo Viani, Giovanni Colacicchi e Primo Conti. La visita è preceduta da una camera immersiva, allestita nel salone di ingresso, che introduce alla collezione con proiezioni multimediali e multisensoriali realizzate da ArtMediaStudio.
La collezione è visitabile dal primo ottobre al 15 gennaio solo su prenotazione e con visite guidate a numero chiuso il sabato (ore 10:00, 11:00, 16:30, 17:30), la domenica e nei giorni festivi (ore 10:00, 11:00, 15:30, 16:30, 17:30) telefonando allo 055 5384001.
 
L’iniziativa ha il patrocinio del Comune di Firenze.

Nicoletta Curradi

lunedì 19 settembre 2016

Cena di gala sotto la Loggia del Mercato Nuovo per l'edizione 2016 del Premio Il Porcellino


Il “Premio Porcellino" è stato ideato fin dal 2004 con l’intento di offrire un riconoscimento a personalità che in ambiti professionali diversi hanno contribuito a valorizzare il ruolo di Firenze, quale città simbolo di cultura, scienza e sensibilità. La serata si svolge in un angolo storico della città, la Loggia del Mercato Nuovo, dove quotidianamente si tiene il tradizionale Mercato, trasformato per l’occasione in un luogo di “grazia conviviale”.



Sotto la Loggia del mercato del Porcellino sono stati premiati il 18 settembre scorso il vignettista Sergio Staino, l'attrice Lucia Poli, il Presidente della Fondazione Tommasino Bacciotti Paolo Bacciotti, la Presidente di Trisomia 21 Antonella Falugiani e il calciatore Campione del Mondo 1982  Paolo Rossi
Il Premio è promosso dal comitato «Il Porcellino», composto dai rappresentanti di Confesercenti e dagli operatori del Mercato, con il sostegno del Comune di Firenze,  della Banca di Cambiano e dell'Osteria del Porcellino. Il raffinato catering della cena è stato fornito da Delizia Ricevimenti.

Fabrizio Del Bimbo

Nella foto la premiazione di Paolo Rossi

venerdì 16 settembre 2016

FRANCO IONDA in mostra alla Tornabuoni Arte Contemporary Art (Firenze, via Maggio, 58 r)

 

FRANCO IONDA


Dal 23 settembre al 30 ottobre 2016

Con inaugurazione il  22 settembre, ore 18:00

Presso la Tornabuoni Arte Contemporary Art (Firenze, via Maggio, 58 r) inaugura, il prossimo 22 settembre 2016, una mostra dedicata al lavoro dell’artista Franco Ionda.
Caratterizzato da una militanza politica legata a una sfera teorica-rivoluzionaria, il percorso artistico di Ionda è rimasto coerente fin dall’inizio, arricchendosi nel tempo di storie e contenuti. La letteratura dell’Est Europa, le avanguardie russe e il Futurismo sono i suoi terreni di riferimento. L’artista cita spesso una frase di Vladimir Majakovskij “Guardate: hanno di nuovo decapitato le stelle e insanguinato il cielo come un mattatoio” che è diventata una sorta di mantra. Le stelle decapitate sono testimonianze presenti delle ingiustizie terrene, delle guerre che ci sono sempre state e sempre ci saranno. Un messaggio che Ionda trasforma in disegni elementari, pittura, scultura, collage e video. Racconta storie di guerre e sofferenze, di popoli vicini e lontani costretti a migrare, storie che si ripetono con ciclicità e ancora drammaticamente attuali. Nelle sue opere c’è una ricerca dell’essenza delle cose e un’ossessione nell’indagare la luce che gli dà la forma, le rende reali, esistenti, leggere. Per i suoi dipinti usa una tavolozza cromatica ridotta ai tre colori primari, il rosso, il blu e il giallo, a cui si aggiungono il nero e il bianco, mentre per le sue sculture usa materiali come il legno, l’alluminio e il marmo. Costruzioni che si reggono su un equilibrio compositivo bilanciato dalla materia che reca in se’ forma e colore.
In mostra saranno esposti trenta lavori circa, diversi sia come tecnica che come periodo, si va dalla fine degli anni Novanta per arrivare ad oggi. Troveremo quei “cicli tematici” che contraddistinguono il suo percorso artistico e procedono simultaneamente nel tempo: quello dedicato alle “stelle decapitate” come Sempre più nero, del 1994, Stelle migratorie, del 2000, e la più recente Democrazia, una scultura in marmo del 2012; la serie dei “chiodi” ma anche opere come Il Liquido dei nostri occhi, del 1995, e Maternità, del 1999, moderni reliquari, teche che contengono elaborazioni fotomeccaniche adattate su legno e immerse in olio di lino cotto. E ancora, tra gli altri, Cacciata dal Paradiso, Promenade 3-4 o Alone 3, dove sagome di persone vagano raminghe alla ricerca di un’identità perduta.
Chiude questa esposizione Smarriti nel tempo, un video del 2003, nel quale confluiscono tutti gli elementi che caratterizzano il suo lavoro.
Aperta fino al 30 ottobre, la mostra è accompagnata da un catalogo, pubblicato per l’occasione, con un testo di Gino Pisapia.
Franco Ionda è nato a Firenze nel 1946. Dopo essersi diplomato all’Accademia di Belle Arti di Firenze, vince delle borse di studio che gli permettono proseguire i suoi studi all’estero, a Salisburgo e in Finlandia. Si cimenta fin da subito con la pittura astratta che, dalla fine degli anni 80, ispirandosi ad un poema di Majakovskij “La nuvola in pantaloni“, si sviluppa in un linguaggio personale caratterizzato da stelle e grandi chiodi in alluminio che fanno riferimento a profonde considerazioni sulla condizione umana e sulla relazione fra individuo e società.
Le sue opere sono prive di qualsiasi intento decorativo, usa il metallo, i pigmenti di alluminio al fine di creare vibrazioni poetiche fra fervore modernista e malinconia poetica.
“Queste stelle decapitate potrebbero essere angeli o diversamente niente di tutto questo, ...allora la poesia ha utilizzato le stelle come una visione, un segno universale, collegando sentimenti di delusione poiché le stelle sono cadute” osserva Amnon Barzel  in un incontro nel deserto nel settembre del 1993.
Tornabuoni Arte - Contemporary Art - Arte Contemporanea
Via Maggio 58 r - 50125 Firenze
Tel. 055/ 289297 – e-mail: contemporary@tornabuoniarte.itwww.tornabuoniarte.it
Orari apertura mostra: Lunedì 15:00 -19:30. Dal Martedì al Venerdì 10:30 – 13:00 / 15:00 – 19:30 – Sabato 10:30 - 13:00 / 14:00 - 19:00.
Del Bimbo Fabrizio

venerdì 9 settembre 2016

TOP GUN ritorna a Firenze

IN OCCASIONE DELL’ANNIVERSARIO DEI 30 ANNI NELLE SALE DI FIRENZE ARRIVA
TOP GUN
IN UNA SPETTACOLARE VERSIONE 3D SOLO IL 26,27 E 28 SETTEMBRE 2016
DISTRIBUITO DA QMI/STARDUST


Dopo trent’anni da quando Top Gun, il grande Tony Scott, che  ha conquistato gli spettatori di tutto il mondo diventando subito un classico dei giorni nostri e lanciando un giovanissimo Tom Cruise nell'olimpo di Hollywood.
Per festeggiare, dal 26 al 28 settembre QMI/Stardust farà rivivere nelle sale di Firenze l'avventura che ha popolato l'immaginario di intere generazioni in un inedito e spettacolare formato 3D, per sentirsi davvero a bordo del leggendario F-14 Tomcat insieme a Pete "Maverick" Mitchell e ai suoi compagni, sulle note di una colonna sonora memorabile che per settimane ha occupato le prime posizioni in classifica su Billboard.
L’evento è in programmazione al The Space Cinema e all’Uci Cinemas di Firenze, oltre che all’Uci Cinemas di Campi Bisenzio.
L’elenco completo delle sale su
TRAILER
GALLERIA FOTOGRAFICA E LOCANDINA
INFO
https://www.stardust.it/topgun/
Del Bimbo Fabrizio

mercoledì 7 settembre 2016

Una retrospettiva di Alessandro Scheibel all'Accademia delle Arti del disegno



Dal 7 al 30 settembre 2016 l’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, presso la Sala delle Esposizioni in Via Ricasoli n.68, angolo Piazza San Marco, ospita la rassegna retrospettiva “Alessandro Scheibel. Dalla scuola di Carena all’astrattismo nella stagione di Fiamma Vigo”.
La mostra intende ripercorrere l’inedito percorso compiuto da Alessandro Scheibel (Padova, 1905 - Firenze, 1979), dagli anni formativi con Felice Carena, suo maestro, alla militanza nel circuito di Fiamma Vigo, l’artista che, tra il 1949 e il 1977, si fece promotrice di un’intensa attività culturale divenendo, soprattutto a Firenze, punto di riferimento importante per artisti ed intellettuali, italiani e stranieri. Un’estetica, quella di Scheibel, pienamente compatibile con l’avvenirismo culturale di Fiamma Vigo.


Sessanta opere, tra dipinti e tecniche miste, realizzate tra gli anni trenta e settanta, che ci restituiscono quella straordinaria metamorfosi figurale che caratterizzò il complesso percorso creativo dell’artista. La mostra, curata da Antonio Cagianelli, costituisce la prima occasione antologica volta alla riscoperta di un artista centrale nell’ambito della multiforme compagine che si era costituita attorno alla Galleria e l’omonima rivista “Numero”, che negli anni ’50, rappresentò un punto di riferimento per giovani intellettuali e anticonformisti, tra cui si possono ricordare Arnaldo Pomodoro, Vedova, Capogrossi, Scanavino, e che contribuì sensibilmente a proiettare l’arte e gli artisti italiani oltre i ristretti confini nazionali, portando a Firenze i fermenti e le correnti artistiche internazionali. Ed è proprio la stagione di “Numero” che rappresenta, nel percorso espositivo e, più in generale, nelle ragioni della mostra, la piattaforma culturale per la nuova estetica di Scheibel, figura centrale nell’ambito della redazione della rivista omonima, di cui ricoprì la carica di segretario e nell’ambito della quale ebbe occasione di consolidare la sua cultura figurativa.

Cristina Acidini, Presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno, afferma che “sulle orme di Scheibel, che trascorse a Firenze i suoi anni più creativi, si torna a considerare la vitalità e il pluralismo del periodo fra le due guerre e dei Cinquanta-Sessanta negli ambienti artistici della città, autentico crocevia di presenze internazionali, sulle quali l’esperienza fiorentina non mancò di imprimere memorie durature e decisive”.

Si alternano in mostra le testimonianze della fase più strettamente “careniana”, le tappe della “conversione surrealista” degli anni Cinquanta e la “fase astrattista” contrassegnata da quelle sperimentazioni promosse negli anni Sessanta da Fiamma Vigo tra Firenze, Roma, Venezia e Milano, e che documentano l’estrema evoluzione di Scheibel. La critica ha ricondotto, di volta in volta, l’esito astrattista di Scheibel, ad un “informale in chiave figurativa”, all’“inclinazione al rabesco elegante”, a un “affascinante colloquio con l’impossibile”, ma nessuno sembra negare quella componente intellettualistica che lo stesso Scheibel enuncia con forza, nel 1970, nella lettera a Eugenio Miccini, scrittore, poeta e artista fiorentino, al quale riassumeva il proprio lavoro descrivendolo come il risultato di un processo mentale che “trascendesse la vita normale e quotidiana”, e che restituisse in termini astratti “la stessa incoerenza che mi pare regoli il mondo che sempre più rapidamente distrugge e reinventa nuovi miti e nuove idealità”. Un’intellettualità sofferta che Scheibel dovette espiare con la rimozione storica rispetto ad un gruppo, quello di Fiamma Vigo, di cui oggi torna a costituire uno dei militanti più colti e appassionati.

La mostra è promossa da “Archivi e Eventi” nella prestigiosa sede dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, dal 7 al 30 settembre 2016, con il Patrocinio della Regione Toscana, del Comune di Firenze e del Comune di Padova.
All’inaugurazione interverranno la Professoressa Cristina Acidini, Presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno, il Professore Domenico Viggiano, Segretario Generale dell’Accademia delle Arti del Disegno, il Professore Giuseppe Della Fina, Docente di Etruscologia presso l’Università dell’Aquila e Direttore scientifico della Fondazione per il Museo Claudio Faina di Orvieto, Francesca Cagianelli, Storica dell’arte e curatrice del catalogo (Pacini Editore, 112 pagine).


Sala Esposizioni dell’Accademia delle Arti del Disegno
via Ricasoli n.68 (angolo Piazza San Marco), Firenze


La mostra resterà aperta fino al 30 settembre 2016 con i seguenti orari:
da martedì a sabato: ore 10.00 - 13.00 / 17.00 - 19.00
domenica: ore 10.00-13.00
Lunedì chiuso.
Ingresso libero.


Per ulteriori informazioni:

Accademia delle Arti del Disegno
Via Orsanmichele, 4, 50123, Firenze
www.aadfi.it
www.facebook.com/aadfi
Telefono: 055 219642
Email: info@aadfi.it

Fabrizio Del Bimbo
Nicoletta Curradi



venerdì 2 settembre 2016

La XX edizione del Live Rock Festival

Venti candeline per il Live Rock Festival, manifestazione che porta ad Acquaviva, tra le colline senesi, dal 7 all’11 settembre, 15 concerti con i grandi nomi della musica italiana e internazionale. Per festeggiare l’edizione, il Collettivo Piranha, che organizza il festival con 200 volontari, ha selezionato alcune delle migliori proposte della scena attuale, che si esibiranno presso i Giardini Ex Fierale, tutti a ingresso libero, caratteristica fondante del festival sin dalla nascita, avvenuta nel 1997.

Quattro le esclusive italiane: gli inglesi “Nothing But Thieves”, affermatisi per aver accompagnato il tour mondiale dei Muse e proiettati ai vertici delle classifiche grazie ai loro live poderosi (7/09); i fuoriclasse dell’elettronica tedesca “Digitalism” con il nuovo disco “Myrage” (10/09); “Ghostpoet”, artista britannico che si esibirà con la sua band in atmosfere dense, dall'elettronica al folk (9/09); “Hindi Zahra", cantante e attrice marocchina, dalla voce sinuosa e inconfondibile, che sarà accompagnata eccezionalmente da Adriano Viterbini dei Bud Spenser Blues Explotion alla chitarra (9/09).

E poi Salmo, stella del rap italiano, che, insieme alla live band, interpreterà l’ultimo lavoro “Hellvisback” (8/09); i francesi ScareCrow, che legano il blues anni '20 all’hip hop degli anni ’90 (9/09), mentre dalla California ecco “Fantastic Negrito”, al secolo Xavier Dphrepaulezz, che sta rapidamente conquistando un pubblico molto vasto, grazie al suo blues, funk, con attitudine punk (10/09).

Per la ventesima edizione della manifestazione, dall’Italia si esibiranno i “The Winstons”, nuovo gruppo di Enrico Gabrielli (in tour con PJ Harvey), Roberto Dellera (Afterhours) e Lino Gitto (Ufo), in un omaggio al progressive della Scuola di Canterbury (7/09), e Dardust, primo progetto italiano di musica strumentale capace di unire il mondo pianistico minimalista all’attuale immaginario elettronico di matrice nord europea, ideato dal pianista e compositore Dario Faini (8/09).

In chiusura, l’11 settembre, si terrà la festa con alcuni dei migliori artisti della scena indie italiana, quali Lodo Guenzi de “Lo Stato Sociale”, Paolo Benvegnù e Dario Brunori di “Brunori Sas” che, coordinati da Max Collini di “Spartiti”, renderanno omaggio alla storia del festival, in un finale collettivo. L’appuntamento sarà impreziosito dall’arte figurativa live dell’illustratore croato Danijel Zèzèlj, che firma da sempre le immagini ufficiali dell’evento toscano.

“Per i suoi 20 anni il festival ci regala un’edizione eccezionale – ha detto in conferenza stampa il sindaco di Montepulciano Andrea Rossi – confermandosi come uno degli eventi principali con cui il nostro territorio si presenta anche oltre i confini nazionali”.




Andrea Mezzanotte, presidente del Collettivo Piranha, ha aggiunto: “L’anno scorso sono passate per il festival circa 15.000 persone durante 5 serate, numeri che riusciamo a fare anche grazie alle istituzioni e alle piccole realtà del territorio che ci sostengono”.



“Siamo fieri e anche piacevolmente sorpresi di riuscire a proporre un programma di così alta qualità – ha aggiunto Alessio Biancucci, curatore della direzione artistica – che unisce nomi significativi cercando di coniugare i vari generi musicali, con l’obiettivo di far scoprire i progetti attuali più originali e indagare le tendenze senza farsene troppo condizionare”.



“Per la serata finale del festival, con Lodo, Paolo e Dario abbiamo immaginato un concerto che non sarà semplicemente composto dalle esibizioni dei singoli – spiega Max Collini – ma da una serie di “incursioni”. Durante lo spettacolo costruiremo degli incroci per cui ciascuno potrà infilarsi nel set degli altri musicisti, portando un contributo inaspettato a brani del repertorio di ognuno”.

Il Live Rock Festival unisce una rassegna artistica di qualità con la tradizione della festa popolare; si completa di appuntamenti dedicati a tematiche green e pratiche virtuose di riciclo, valorizzando anche la cultura culinaria del territorio, grazie a un ristorante che propone un’offerta gastronomica completa.

Tra le novità di questa ventesima edizione, la manifestazione sostiene due grandi progetti di solidarietà internazionale con “Intersos", associazione umanitaria attiva sulle emergenze migranti ed ora impegnata sul campo ad Accumoli per il recente sisma, e “Amnesty International”, con il focus "Mai più spose bambine” contro i matrimoni precoci e forzati.

Inoltre, per rafforzare il rapporto con il territorio musicale toscano, il Live Rock Festival ha attivato una sinergia con il progetto “Toscana 100 Band” promosso da Regione Toscana, in collaborazione con Controradio. Ad aprire tre serate della rassegna saranno musicisti selezionati tra i partecipanti e i vincitori del concorso. Si tratta in particolare degli affermati “Etruschi From Lakota” (7/09), della giovanissima rock band “Finister" (8/09) e del solista “King of The Opera”, progetto del cantante e chitarrista Alberto Mariotti (10/09).  Completa il programma il concerto della cantautrice napoletana Flo (11/09).

Live Rock Festival ha il sostegno di Regione Toscana, Comune di Montepulciano, in collaborazione con Legambiente, Arci, Toscana 100 Band-Controradio e KeepOn Festival Experience.

Inizio concerti ore 21.30, apertura stand gastronomici e mercatino ore 19.00.

Info: www.liverockfestival.it | info@liverockfestival.it | mod. +39 347 8269841

Fabrizio Del Bimbo