lunedì 28 aprile 2014

Oggetti 1965 – 1970, Bruno Gambone in mostra alla Galleria Il Ponte

 


 BRUNO GAMBONE
OGGETTI 1965 – 1970
testo in catalogo di Martin Holman
coordinamento scientifico Carolina Orlandini
9 maggio – 25 luglio 2014
inaugurazione: venerdì 9 maggio, h 18.30

La galleria Il Ponte presenta una mostra di Bruno Gambone (Vietri 1936), artista assai noto come ceramista, che fra le fine degli anni Cinquanta e i primi anni Settanta, si era però dedicato interamente alla pittura. Dopo essersi stabilito a New York, nel 1963, la sua pittura geometrica, sulla linea di certo Minimalismo statunitense, attraverso colori vividi e brillanti, acquisisce una volumetria che emerge fortemente oltre la superficie pittorica. Fra il 66 e il 67, sia attraverso strutture lignee dipinte, che con la realizzazione di volumi geometrici schiacciati contro la parte e rivestiti di tela, tale tridimensionalità prende corpo e acquisisce forte rilievo. Nel 1967 a Milano, dove si trasferirà l’anno successivo, nella galleria del Cenobio, invitato dall’amico Alviani, realizza un ambiente di tele tensionate su strutture lignee, introdotto da un testo di Germano Celant. Prosegue poi su questa linea con opere che hanno le caratteristiche sostanziali della “pittura oggetto”, di cui scrive Gillo Dorfless nel 1967, raccogliendo in una mostra a Roma all’Arco d’Alibert di Mara Coccia, insieme a Fontana: Castellani, Bonalumi e Scheggi. Soprattutto con gli ultimi due Gambone era legato da fraterna amicizia e unità di intenti e insieme partecipano in quegli anni a numerose mostre e ad azioni artistico-teatrali. Questo mondo di Bruno Gambone, pur citato negli studi degli altri autori, si può dire che sia rimasto celato, per oltre quarant’anni, dalla sua ben più nota attività di ceramista, cui si dedica pressoché interamente poco dopo la morte del padre Guido (ceramista attivo fra il 1909 e il 1969).
Questa mostra, costituita da dieci tele estroflesse e da una grande opera ARA (1969), che impegna interamente il piano inferiore della galleria, corredata da un ampio e dettagliato catalogo, cerca di riportare alla luce questo complesso di opere e la loro storia. Si va così colmando una lacuna nella storia dell’arte italiana degli anni Sessanta, che hanno sicuramente rappresentato un momento magico della creatività artistica italiana.
Galleria Il Pontevia di Mezzo, 42/b – 50121 Firenze
www.galleriailponte.com
susy@galleriailponte.com

Nicoletta Curradi
info@galleriailponte.com
tel. 055 240617

Premio Poesia Sacravita alla 6° edizione


Premiati  i vincitori del concorso letterario della Misericordia di Firenze per sensibilizzare gli adolescenti al tema della solidarietà e per “Per dare dignità, tetto e futuro ai bambini ultimi del mondo”
 
 Sono stati premiati  dal Provveditore della Misericordia di Firenze Andrea Ceccherini nella cerimonia che si è tenuta alla residenza per Anziani Il Bobolino, i vincitori del Concorso di Poesia Sacravita “Per dare dignità, tetto e futuro ai bambini ultimi del mondo”. Giunto alla sua sesta edizione, il concorso letterario della Misericordia di Firenze è rivolto agli alunni delle scuole secondarie di I° grado della città di Firenze e provincia. Il tema di quest’anno è stato “Meno soli, più solidali”, indetto in occasione dei 770 anni dell’Arciconfraternità.
Primo classificato per la sezione a tema “La carità è la cristallina luce che ci guida nel cammino al fianco dei sofferenti, degli ultimi e dei dimenticati” il poeta Mario De Fanis con
“Tu che labbra riarse dissetavi”, seconda classificata la poetessa Franca Beni con “Don Bianchi” e terzo classificato il poeta Alfredo Giglio con “Miasmi”.
Prima classificata per la sezione a tema libero la poetessa Fulvia Marconi con “Io canto”, secondo classificato il poeta Stefano Peressini con “Fili di ragno” e terza classificata la poetessa Laura Cecchetti Manao con “Sogni di mare”.
I membri delle Giurie Tecniche oltre a decretare i vincitori delle categorie in concorso hanno conferito il Premio Speciale che viene attribuito a chi si è impegnato nella diffusione della cultura e della poesia e che quest’anno è andato alla residenza per anziani Anni Azzurri Beato Angelico di Borgo San Lorenzo.
Anche in questa  edizione è stata pubblicata l’Antologia del Premio che raccoglie le poesie giudicate dalle giurie come le più meritevoli e che stata donata agli autori.
Del Bimbo Fabrizio

domenica 27 aprile 2014

Primo maggio nel Salento, una proposta vacanziera


Primo maggio nel Salento, per vivere con la gente locale la prima grande festa di tradizione a Erchie tra bande e luminarie colorate, lasciarsi accarezzare dalle prime promesse d’estate a Manduria e andare a curiosare nel quartiere ebraico della città di Oria.

Questo nuovo tour è stato ideato da Regione Puglia, assessorato al turismo, Pugliapromozione, Comune di Erchie (capofila) e rivista di turismo e cultura del Mediterraneo Spiagge (www.mediterraneantourism.it) diretta da Carmen Mancarella. Saranno ospitati giornalisti nazionali e internazionali nel corso del XXII Educational, grazie all’utilizzo di fondi europei, P.O. Fesr 2007-2013, Asse IV, Linea di intervento 4.1, azione 4.1.2, messi a disposizione da Regione Puglia, assessorato al turismo, che ha approvato il progetto presentato dal Comune di Erchie.



L’obiettivo è di proporre la Terra tra due Mari in tutto il suo splendore, anche a primavera, come anteprima della stagione estiva, quando il Salento diventa la meta più gettonata dell’estate italiana.



ERCHIE, LA CITTA’ DI SANTA LUCIA. Il primo maggio è da dedicare a Erchie. Si festeggia infatti la sera con una solenne processione, tra bande e le meravigliose luminarie la prima festa della primavera salentina in onore di Santa Lucia, che cade ogni anno il secondo giovedì dopo Pasqua. Quest’anno, la ricorrenza è particolarmente solenne perché grazie all’impegno dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giuseppe Margheriti, per la prima volta vengono ospitate a Erchie le Sacre Spoglie di Santa Lucia dal 23 aprile fino al 2 maggio. E’ la prima volta che tra l’altro la preziosa reliquia lascia la chiesa di Santa Lucia a Venezia dove è abitualmente custodita.

Così i viaggiatori la mattina potranno visitare il Santuario in onore di Santa Lucia, dove scorre l’acqua miracolosa e la sera vivere con la gente del posto la festa, quando si addobbano le vie principali con mille lucine colorate, che si ispirano al barocco leccese.

A Erchie, peraltro, la devozione per Santa Lucia è particolarmente intesa. Si racconta infatti che intorno all’anno Mille, le sue sacre spoglie siano transitate con i veneziani che le portavano in dono alla regina Costanza. Allora a Erchie vi era solo la cripta dei Monaci Basiliani, fuggiti dall’Oriente e tutt’ìntorno vi era la fitta foresta oritana, che l’imperatore Federico II avrebbe scelto due secoli più tardi per le sue battute di caccia. Ma il solo passaggio della Santa lasciò, per così dire, un’aura sacra, tanto che intorno alla cripta dei Basiliani e al Culto per Santa Lucia, nacque il centro abitato di Erchie, che, proprio nel segno della Santa, è peraltro gemellato con Siracusa e Venezia. Le autorità civili e religiose delle rispettive città saranno presenti anche quest’anno alla Festa in onore di Santa Lucia.



MANDURIA. La mattina del 2 maggio è da trascorrere tassativamente al mare. Vicino a Erchie, sulle sponde dello Jonio, sorge la bellissima Manduria, famosa al mondo per il suo squisito vino primitivo doc e il primitivo dolce naturale, riconosciuto da poco docg. Pochi sanno però che tra le immense distese di primitivo, il vitigno autoctono a bacca nera così chiamato perchè si vendemmia prima di tutti (a fine agosto) sorge un’elegante città, che in età preromana, quindi messapica fu la capitale della Dodecapoli messapica, la lega delle dodici città messapiche alleate di Sparta che si coalizzarono nel tentativo di sconfiggere la nemica Taranto, unica colonia spartana nella Magna Grecia. Le vestigia della sua antica storia si possono ammirare nel grande parco archeologico dove sono visibili le tre cinte murarie e la necropoli. Da non perdere il fonte pliniano, dove Plinio il Giovane, nelle sue Historie Naturalis raccontò il principio dei vasi comunicanti.

Manduria è bagnata da meravigliose spiagge, restate praticamente selvagge. A Torre Colimena, parco regionale, si possono ammirare le saline dei Greci, dove si estraeva il sale fino all’800. Si prosegue poi fino a San Pietro in Bevagna con la sua tipica Torre di Guardia per ammirare le spiagge dorate. Tutt’intorno alte dune per un paesaggio mozzafiato, mentre il mare di un azzurro intenso gioca con la sabbia. Sul litorale di Manduria (circa 15 chilometri) molta spiaggia libera e pochissimi stabilimenti balneari (appena due).



ORIA. Il pomeriggio del 2 è da trascorrere poi a Oria. Alle 19.30 l’assessore regionale al turismo Silvia Godelli e il sindaco Cosimo Pomarico inaugureranno la stele in onore del famoso farmacologo medico ebreo, nato a Oria e così famoso che a lui è dedicato il moderno ospedale di Tel Aviv. Si tratta di Shabbatai Ben Abraam Donnolo, che nacque a Oria nell’800 in quello che era un fiorente quartiere ebraico visitabile entrando nella città antica dalla Porta degli ebrei.

Ma la città vanta una storia antichissima che trae origine dagli antichi Messapi, il popolo dei due mari che abitava il Salento: nel centro storico si può ammirare il Museo della Civiltà messapica nel seicentesco Palazzo Martini con reperti archeologici unici (tel. 0831. 84 57 03).

Tappa obbligata poi nel castello federiciano che , sorgendo nel punto più alto della rocca, domina i due mari, lo Jonio e l’Adriatico e che venne ampliato da Federico II che arrivò a Oria con tutta la sua corte per attendere la sua sposa Jolanda di Brienne in viaggio dall’Oriente. Il matrimonio sarebbe stato celebrato nel novembre 1225 nel Duomo di Brindisi, ma nell’attesa l’imperatore cacciava nella foresta oritana, si dava a feste di addio al celibato e indisse per la prima volta il Torneamento dei rioni: giochi e sfide tra quartieri che si festeggiano ancora oggi a cura della Pro Loco di Oria, il secondo week end di agosto.

Infine per gli amanti del brivido, sotto la maestosa cattedrale barocca, nel centro storico di Oria, c’è da visitare la cripta delle mummie, l’Oratorio della confraternita della morte, i cui associati si facevano mummificare.



Dove dormire

IlCastello deiConti

piazza Castello

Torre S.Susanna

tel. 0831 74 71 66





Agriturismo Le Torri

Strada Provinciale

Torre S.Susanna-Mesagne, Torre SS

tel. 329 77 89 963



B&BMazzara

via per Lecce km 1

Manduria

tel 393 39 000 39



Borgo diOria resort

albergo diffuso Oria

tel. 329 71 45 093



Domus Frumenti

via Piermarcello Corrado 9, Oria

tel 329 45 49 954
 
Nicoletta Curradi
Fabrizio Del Bimbo





 

I "Paesaggi" di Ardengo Soffici in mostra a Poggio a Caiano

 
In occasione della ricorrenza dei cinquanta anni dalla morte di Ardengo Soffici (1879 – 1964), pittore, letterato, poeta, una delle grandi personalità del Novecento italiano ed europeo, il Museo Soffici e del ’900 italiano e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Poggio a Caiano, celebrano questo importante anniversario con un’esposizione: dal titolo Ardengo Soffici. Giornate di Paesaggio.

Per la prima volta è possibile vedere riuniti in una mostra cinquanta paesaggi di Soffici, tra i più significativi del suo iter stilistico, dal 1903 agli anni Sessanta, provenienti da raccolte pubbliche e private: un tema che coinvolge l’intero universo dell’artista e sul quale si organizza l’essenza della sua poetica.
In parallelo e a riscontro di stile e di poetica esposti altri quindici paesaggi di artisti italiani: Giovanni Fattori, Felice Carena, Arturo Tosi, Lorenzo Viani, Achille Lega, Filippo de Pisis, Raffaele de Grada, Carlo Carrà, Virgilio Guidi, Giorgio Morandi, Ottone Rosai, Pio Semeghini, Umberto Lilloni, Giorgio de Chirico, Mario Sironi. In mostra anche le prime edizioni di tutti i libri di Soffici e una selezione di riviste italiane e francesi che diresse - Lacerba, Rete Mediterranea,  Galleria, La Ghirba - o a cui collaborò da La Plume a La Voce. Oltre alla mostra  nelle Scuderie della Villa Medicea di Poggio a Caiano, i visitatori potranno accedere, con lo stesso biglietto, nel Museo Ardengo Soffici e del ’900 italiano dove sono esposte altre quaranta opere di Soffici, tra cui otto paesaggi.

Dai suoi punti di osservazione di Poggio a Caiano (la città toscana dove trascorse gran parte della sua vita e dove è sepolto) e, l’estate, da Forte dei Marmi, Soffici ebbe modo di praticare i panorami toscani con tale ampiezza e profondità di lettura creativa da essere stato, per la più parte dei critici, identificato proprio con il paesaggio, come Morandi lo è con la natura morta e Casorati con la figura.
Il paesaggio sarà per Soffici motivo di accesso all’intera sfera del linguaggio contemporaneo. Fin dalle prove giovanili e poi in taluni saggi parigini tra il 1900 e il 1907, Soffici si trova a riflettere figurativamente sui panorami che conosceva, attore di una riplasmazione in chiave moderna di ciò che era stato il paesaggio dipinto da quando, attorno al XVII secolo, diviene non più solo sfondo, ma protagonista in sé autonomo.
“Cuore della creatività sofficiana è il paesaggio mentale che si assomma a quello reale” - scrive Luigi Cavallo in catalogo - “ Il paesaggio lo troviamo non soltanto nei dipinti, ma prima ancora negli scritti di Soffici …”.

Scriverà Soffici nel 1932 sul quotidiano la Gazzetta del Popolo di Torino:  «C’è la natura e c’è lo spirito dell’uomo artista: dal loro profondo connubio nasce l’opera d’arte. L’opera d’arte è una sintesi del reale e dello spirituale posti in contatto. Perciò io parlo di realismo sintetico. L’artista che nega la natura esteriore o oggettiva, affermando ch’essa non è altro che una creazione del suo spirito e della sua fantasia; ch’egli è insomma il centro di tutto, il ricettacolo animatore del tutto, non può produrre un’opera vitale, perché nella sua operazione manca uno dei termini necessari a produrre la sintesi, cioè la vera creatura artistica […]. Tutto il mondo è una meraviglia sempre nuova, un vero miracolo per il vero poeta, che lo contempla, che se ne esalta senza saziarsene, che cerca di esprimerne la bellezza, ma senza mai riuscire che ad afferrarne e renderne qualche aspetto, o tratto, o nota. Questo stupore davanti al vero come davanti a una rivelazione luminosa del divino, pari allo stupore del fanciullo, per cui tutto è nuovo e pieno d’inatteso, è anzi la virtù propria del poeta, la sua facoltà specifica.»
 
Fabrizio Del Bimbo

"Racconti d'amore" di Elisabetta Sgarbi al cinema

RACCONTI D’AMORE
Un film di Elisabetta Sgarbi (78')


 
 
Esce nelle sale cinematografiche delle maggiori città italiane il nuovo film di Elisabetta Sgarbi: Racconti d'amore, dopo essere stato in concorso al Festival Internazionale del Film di Roma, arriva a Firenze, Milano, Bologna, Ferrara.  

Un cast importante: Michela Cescon, Sabrina Colle, Rosalinda Celentano,Tony Laudadio, Laura Morante, Ivana Pantaleo, Andrea Renzi, Elena Radonicich,  per quattro storie d'amore e di Resistenza ispirate ai racconti di Sergio Claudio PerroniFausta Garavini, Giorgio Bassani e Tony Laudadio e - con le musiche di Franco Battiato - prodotto da Betty Wrong e distribuito da Istituto Luce Cinecittà.
Scritto e girato a 70 anni dalla strage del castello di Ferrara raccontata da Giorgio Bassani e da Florestano Vancini nel film “La lunga notte del ’43”, l'’argomento del film è la memoria, la Resistenza, la seconda guerra mondiale ma declinata a storia di individui  chiamati a raccontare un luogo d’affezione per eccellenza della regista: il Po, il Basso Ferrarese, il Polesine. Nonostante l’ultimo episodio di Paisà di Roberto Rossellini, e i racconti di Giorgio Bassani, la Resistenza nel Basso Ferrarese e nel Polesine è stata poco frequentata, perché si è creduto che la Resistenza non fosse possibile in pianura, men che meno nelle zone del Delta. Invece, la pianura, i canali hanno generato una specificità della Resistenza che, anche qui, ha avuto i suoi martiri e i suoi eroi; anche qui ha generato ferite e memorie. Racconti d'amore cerca di colmar questo vuoto: due partigiani, amanti, traditi da una delatrice, ripensati e ricordati dalla loro figlia, molti anni dopo. Un fuggiasco, portato in salvo da due staffette, attraverso i canali del Delta. Micol Finzi-Contini che ripercorre le vie della sua infanzia a Ferrara, torna nel cimitero ebraico, nella sua casa. Fantasma che riappare nelle parole di Giorgio Bassani. Un pescatore di Pila cade nella rete della sua illusione, convinto che la donna più bella del villaggio, sposata, sia pronta finalmente a cadere nelle sue braccia. Ma se l’illusione mette in moto l’immaginazione e la vita, può essere molto pericolosa. In Racconti d’amorele nebbie, i canali e gli spazi d’acqua, Ferrara, la pianura e il fiume diventano sacche di tempo incontaminato, teatro di fantasmi amorosi e di desideri sospesi tra la vita e la morte. 
In occasione della ricorrenza della Festa di Liberazione, in alcune sale, verrà proiettato anche il secondo film sulla Resistenza di Elisabetta Sgarbi: Quando i tedeschi non sapevano nuotare, un film dove le voci dei grandi registi che hanno raccontato la Resistenza, come Bernardo Bertolucci e Ermanno Olmi, si intrecciano a quelle delle donne e degli uomini, Lidia, Velia, Emilio, che ricordano le missioni segrete, le staffette, la paura e la morte che convivevano vicino alla scoperta dei primi amori, del ballo – il fox trot, il quick step e lo slow foot, all’energia della giovinezza.Così i tasselli di una storia mancante si compongono nella tessitura dei due film, attraverso l’immagine potente del grande fiume che ‘ci vuole bene’ come dice Olmi, un fiume che scorre senza perdere niente, ma portando la vita.

Elisabetta Sgarbi è Direttore Editoriale della casa editrice Bompiani. Ha esordito alla regia nel 1999. Ha ideato, e ne è Direttore Artistico, il festival La Milanesiana Letteratura Musica Cinema Scienza Arte Filosofia e Teatro. I suoi film hanno partecipato ai più importanti Festival cinematografici: Venezia, Locarno, Cannes, Torino, Roma, Londra, New York.

Fabrizio Del Bimbo
 




















































 
 

martedì 22 aprile 2014

Il 25 aprile Open Day nella sede dei Canottieri Comunali per cercare solidarietà








CANOA
Comunali Firenze, ancora un’iniziativa per cercare solidarietà
IL 25 OPEN DAY DELLA SEDE E GIORNATA DELLA CANOA
Divertimento, pasta party e vino per la cittadinanza, iniziative varie in collaborazione con la Rari Nantes Florentia in attesa della soluzione definitiva che eviti lo sfratto alle due società

Ancora una manifestazione di sensibilizzazione della cittadinanza organizzata dalla Canottieri Comunali Firenze nell’ambito delle iniziative tese a scongiurare la demolizione delle strutture da parte del Comune su ingiunzione della provincia di Firenze (responsabile dell’area demaniale su cui è situata la società), e quindi la chiusura dell’attività. Ha infatti per il momento partorito una soluzione interlocutoria l’incontro tra Provincia e Comune di Firenze, con il presidente della Provincia Barducci, l’assessore all’ambiente Crescioli e il vicesindaco reggente Dario Nardella. Si lavora a una soluzione condivisa. Nardella, riferendo dell’incontro ai dirigenti della società biancorossa, si è detto ottimista sul buon esito della vicenda. Barducci si sarebbe riservato di fare delle verifiche con i tecnici per definire la questione. Da parte del Comune invece si lavora per preparare le delibere del caso.
In ogni caso, come accennato, vanno avanti le iniziative da parte della società. Venerdì 25 aprile, infatti, la sede di lungarno Ferrucci 4 sarà aperta per tutto il giorno e a disposizione della cittadinanza. Con lo slogan “vogliono chiuderla, ma è aperta più che mai” dalle 10 alle 18 ci sarà la “Giornata dello sport, divertimento e cultura in canoa”. Per tutti ci sarà la possibilità di provare dragon boat e canoe, pasta party a bordo riva con penne e vino per tutti, la gara sociale di dragon boat e canoa polo. Inoltre le due società che da 80 anni hanno sede sulla riva sinistra dell’Arno, la Canottieri Comunali Firenze e la Rari Nantes Florentia, entrambe “nel mirino” delle istituzioni e a rischio sfratto, si produrranno in una sorta di amarcord storico, con dibattiti e tavole rotonde improvvisate, aneddoti ed episodi che verranno tramandati ai presenti seguendo un canovaccio, ma anche soddisfacendo le curiosità estemporanee del momento. 

Nicoletta Curradi
Fabrizio Del Bimbo