giovedì 18 maggio 2017

Porcellane Richard Ginori al Museo del Bargello






Nata per volontà del marchese Carlo Ginori nel 1735, l’omonima fabbrica di prestigiose porcellane sorse in una villa di sua proprietà a Doccia (oggi Sesto Fiorentino), trasformandosi in breve tempo in una delle più raffinate manifatture europee. I discendenti del marchese continueranno ad occuparsene fino al 1896, quando il marchio si fonderà con la milanese Richard, dando origine a quella che oggi è Richard Ginori.



Una lavorazione di pregio, con decorazioni e disegni originali che troveranno la massima espressione nelle decorazioni pittoriche “a veduta”, ad opera del fiorentino Ferdinando Ammannati, già pittore nella Reale Fabbrica di Re Ferdinando di Borbone, il quale trasferirà a Doccia il gusto neoclassico appreso e apprezzato a Napoli.
Famose le decorazioni con le vedute tipiche del tempo: dalle rovine di Pompei che caratterizzarono l’arte nella metà del ‘700 alternandosi a scene mitologiche, alla raffigurazione di piazze e palazzi di Napoli, Roma e del territorio toscano in genere.
Chi mi conosce sa che amo particolarmente questa fabbrica, a mio avviso tra le più raffinate e belle d’Italia, non solo per la sua produzione ormai storica, ma anche per le porcellane contemporanee dall’intramontabile gusto classico. Oggi alcune di quelle creazioni di pregio sono visibili all’interno del Museo di Capodimonte a Napoli, ma sono felice di segnalare una bellissima iniziativa culturale.
Il Museo Nazionale del Bargello a Firenze ha appena  inaugurato una mostra dedicata alle statue di porcellana prodotte a Doccia. La fabbrica della bellezza. La manifattura Ginori e il suo popolo di statue, questo il titolo, è la prima rassegna in Italia che pone al centro il noto marchio.
Fino al prossimo 1° ottobre 2017 i visitatori potranno ammirare la produzione di sculture prodotte nel primo periodo, che dialogheranno così con le collezioni permanenti del museo, ma anche con una serie di cere, terrecotte e bronzi che le hanno ispirate e ne hanno fatto da modello per la loro realizzazione.
Il percorso si articola in due principali nuclei, che racconteranno la storia di questa fabbrica, la sua nascita e la formazione e la trasformazione di una invenzione di scultura in porcellana.
Ma la mostra non ha soltanto un ruolo culturale, ma anche il compito sociale di porre l’accento sul Museo di Doccia, chiuso dal maggio del 2014, e tentare di scuotere l’opinione pubblica non solo dei i fiorentini, ma di tutti i visitatori.

Nicoletta Curradi

martedì 16 maggio 2017

Agli Uffizi i disegni di Giuliano da Sangallo


Apre il 16 maggio al pubblico, al Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi (Sala Edoardo Detti e Sala Del Camino), la mostra Giuliano da Sangallo. Disegni degli Uffizi che espone un importante nucleo grafico di Giuliano da Sangallo (Giuliano Giamberi, Firenze, 1445 circa - 1516), uno dei più noti architetti del rinascimento maturo, contemporaneo di Leonardo da Vinci e Bramante, e attivo presso le corti di Lorenzo il Magnifico e dei papi Giulio II e Leone X. I disegni scelti dai curatori (Dario Donetti, Marzia Faietti e Sabine Frommel) non solo vogliono tracciare un profilo dell’arte di Giuliano da Sangallo, ma intendono anche indagare sulle tecniche grafiche diffuse nel periodo oggetto della mostra (gli ultimi decenni del Quattrocento e i primi del Cinquecento).
In mostra disegni per le architetture militari ma anche per i progetti destinati alle città in cui Giuliano da Sangallo lavorò oltre che i progetti per le chiese (come quello per la facciata della chiesa di san Lorenzo a Firenze, o quello per la pianta della basilica di San Pietro): opere che testimoniano il suo inserimento nei più alti ambienti culturali ed economici dell’epoca, ma anche il suo spiccato interesse per l’antico, che lo pone come diretto continuatore dell’opera dei grandi che lo hanno preceduto (come Brunelleschi e Leon Battista Alberti). Ai fogli di Giuliano da Sangallo sarà inoltre affiancato anche il modello ligneo di Palazzo Strozzi.


“L’eloquenza grafica di Giuliano da Sangallo”, si legge nella presentazione della mostra, “restituisce, nei manufatti esposti, un’immagine seducente dell’architettura rinascimentale: erudita, raffinata ed eminentemente disegnata, in una personale accezione di ritorno all’antico, che è anche della sua opera costruita”. Alla mostra s’accompagna anche un ricco catalogo di taglio monografico, edito da Giunti, che intende rivedere l’intero corpus storicamente attribuito a Giuliano da Sangallo: un’occasione buona per rileggere anche il suo ruolo all’interno dell’ambiente culturale dell’epoca in cui visse.
La mostra rimarrà aperta fino al 20 agosto 2017 ed è visitabile col biglietto per l’ingresso agli Uffizi (intero euro 13, ridotto euro 6,50 per cittadini UE tra i 18 e i 25 anni, gratuito per minori di 18 anni, diversamente abili e accompagnatore, docenti e studenti di architettura, beni culturali, scienze della ofrmazione, lettere con indirizzo archeologico o storico-artistico, insegnanti in servizio presso scuole pubbliche o paritarie). Aperto dal martedì alla domenica con orario  8:15-18:50.

Fabrizio Del Bimbo

sabato 13 maggio 2017

Novità per il Tempio di S.Biagio a Montepulciano



Il Tempio di San Biagio, capolavoro dell’architettura italiana del Rinascimento maturo, da oggi è più accogliente, sicuro e vigilato grazie alle Opere Ecclesiastiche Riunite.
Con la progressiva crescita de visitatori a Montepulciano e a seguito di produzioni cinematografiche in cui la chiesa e la città sono diventati magnifici set, è sorta la necessità di una maggiore tutela del luogo con la presenza assidua di una custodia e di un’offerta più ampia dei servizi aggiuntivi. In questa prospettiva, all’ingresso del Tempio, si trova una nuova struttura che si confà all’elegante architettura dell’interno che riflette le armoniche proporzioni esterne. 
Con il biglietto d’ingresso viene consegnata un’audiovideoguida in cui il visitatore, attraverso uno strumento digitale, puo' seguire testo/immagine e la spiegazione del monumento in relazione alle fotografie di riferimento. La novità di questo racconto e' l’intervento dello stesso architetto, Antonio da Sangallo, detto il Vecchio, che presenta il suo capolavoro, il Tempio di San Biagio, a coloro che ascoltano l’audiovideoguida. D’altra parte l’architetto fiorentino è colui che più ha delineato l’aspetto di Montepulciano, in cui eleganti palazzi si susseguono nelle vie cittadine offrendo prospettive sorprendenti. Per questo la visita prosegue nel centro storico della città con l’ausilio di una app. Dopo la visita del Tempio di San Biagio, il visitatore può continuare il suo percorso scaricando tramite il proprio smartphone l’app-guida di Montepulciano, con testi brevi, ma efficaci, corredati da immagini. 
Le Opere Ecclesiastiche Riunite di Montepulciano si sono avvalse di un gestore, Opera-Civita, per il nuovo riordinamento dei servizi , auspicando una fruizione più consapevole del Tempio da parte dei turisti. Qui paesaggio e architettura, patrimonio di una terra ricca di storia e di cultura, si confondono in forme armoniche e danno vita  ad uno scenario unico. La chiesa si colloca infatti al centro di un prato pianeggiante là dove la Val d’Orcia s’innesta nella Val di Chiana e la sua posizione, fuori della città, in mezzo a uno scenario naturale d' impareggiabile bellezza, ne evidenzia la grandiosità.
Info www.tempiosanbiagio.it

Fabrizio Del Bimbo

A Montepulciano una mostra celebra il genio leonardesco

La mostra "Leonardo da Vinci Visions", aperta fino al 17 setttembrecalla Fortezza di Montepulciano, presenta alcuni ambiziosi progetti di Leonardo, che ben illustrano la sua attitudine a cimentarsi con temi di complessità inaudita. Sogno dell’uomo fin dai tempi più antichi, il volo prende forma nei suoi studi e nelle macchine da lui disegnate. Leonardo si misura anche con l’idea di conferire il movimento a oggetti inanimati: il carro semovente e il leone meccanico sono eloquente testimonianza dei risultati dal potenziale fortemente innovativo che egli raggiunse. Infine, il progetto per la gigantesca statua equestre in bronzo in memoria di Francesco Sforza costituisce un’ulteriore prova dell’eccezionale intelligenza e tenacia con le quali Leonardo affrontava le più audaci sfide tecnologiche e artistiche. Visions è una rielaborazione delle mostre Gli ingegneri del Rinascimento (1995), L’automobile di Leonardo (2004) e La mente di Leonardo (2006), ideate dal Museo Galileo e allestite in prestigiose sedi in Italia e nel mondo.

Fabrizio Del Bimbo

Un nuovo simposio della Fondazione Internazionale Menarini a Firenze

Il simposio internazionale  dal titolo "The 3rd International Symposium on:The Calcium-sensing Receptor (CaSR" svoltosi a Palazzo Ximenes-Panciatichi a Firenze dall'11 al 13 maggio, ha riunito gli scienziati di base e clinici dalle varie discipline che studiano la biologia molecolare, la fisiologia e la patofisiologia delle malattie CaSR e clinici della funzione CASR. Il programma è stato caratterizzato da recenti ricerche sul ruolo del CASR nella fisiologia scheletrica, calcificazione vascolare, funzione polmonare, lesione neuronale, fisiologia paratiroidea, metabolismo minerale, exocrine e funzioni di trasporto nell'intestino e rene, biologia della pelle e segnalazione delle cellule tumorali. Gli usi clinici dei modulatori CaSR per trattare le malattie umane, le funzioni strutturali e di segnalazione del CASR e le interazioni fra il CASR e l'altro GPCR sono stati punti salienti del convegno.

Fabrizio Del Bimbo

venerdì 12 maggio 2017

Al cinema "Tutto quello che vuoi"





Francesco Bruni presenta il suo ultimo film, "Tutto quello che vuoi", una commedia che scalda il cuore.

Questa è la vicenda:
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Alessandro, ventidue anni, è trasteverino ignorante e turbolento; Giorgio, ottantacinquenne, è un poeta dimenticato. I due vivono a pochi passi l'uno dall'altro, ma non si sono mai incontrati, finché Alessandro è costretto ad accettare un lavoro come accompagnatore di quell'elegante signore in passeggiate pomeridiane. Col passare dei giorni dalla mente un po' smarrita dell'anziano poeta e dai suoi versi, affiora progressivamente un ricordo del suo passato più lontano: tracce per una vera e propria caccia al tesoro che incuriosisce progressivamente Alessandro e accende la cupidigia dei suoi amici che pensano di trovare chissà quale bottino.

Nasce da un vissuto familiare questo film che si colloca al vertice della filmografia di Francesco Bruni da sempre regista e sceneggiatore di qualità. Suo padre, scomparso di recente, era da qualche anno affetto dal morbo di Alzheimer e ha progressivamente sviluppato una regressione verso il passato che ha fatto divenire 'reali' persone e accadimenti che avevano avuto luogo decenni prima. Uno di questi risaliva all'epoca del cosiddetto 'passaggio del fronte' in Toscana nel corso della salita degli americani verso il Nord durante la seconda guerra mondiale.
Da questo episodio è nata in Bruni l'idea del film nel quale si percepisce ad ogni battuta la sua straordinaria capacità di scrittura attenta, in ogni situazione, ad evitare ogni traccia di retorica o di sentimentalismo. Bruni ci porta a passeggiare insieme a questo anziano signore a cui la malattia non ha fatto perdere la signorilità del gesto e la sensibilità del poeta.

Lo fa grazie ad uno straordinario Giuliano Montaldo che dà corpo, con l'adesione umana che ha sempre avuto come regista, a un Giorgio che è costantemente 'vero' a differenza degli anziani sopra le righe del cinema americano. 


 Andrea Carpenzano regge il confronto, indubbiamente per doti personali ma anche per una sorta di fluido che da Montaldo si trasferisce in lui sotto il vigile sguardo di Bruni. Il quale non si limita a proporci l'incontro tra due persone e caratteri profondamente differenti, ma riesce ad andare al di là del gap tra generazioni. Perché il rapporto di Alessandro è complicato sia con il padre e la sua nuova compagna sia con la madre di uno dei coetanei del suo giro di quartiere.

 Bruni ci ricorda con il suo film che è grazie alla presa di coscienza della nostra storia, che passa attraverso quella di chi ci ha preceduto, che si può camminare verso il futuro.

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Fabrizio Del Bimbo





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giovedì 11 maggio 2017

L'atelier Marco Bagnoli arricchisce Montelupo Fiorentino per l'apertura



“Non è solo un contenitore di opere d’arte, ma è un’opera d’arte in sé” racconta Pier Luigi Tazzi, curatore dell’apertura, avvenuta lo scorso 5 maggio.L’edificio, nato da una profonda collaborazione tra Marco Bagnoli e l’architetto padovano Toti Semerano, non è solo lo studio dell’artista, ma sarà uno spazio pluriarticolato, sede dell’associazione Spazio x Tempo, archivio, laboratorio e in futuro anche residenza d’artista. Un luogo concepito in funzione dell’opera che deve accogliere, pronto a modificarsi nel tempo.L’allestimento previsto, definito temporaneo e in progress, come l’edificio stesso, è composto da una cinquantina di opere disposte nell’Atelier, non con un ordine cronologico, ma in un ordine dettato da continui rimandi tra arte e spazio.Fulcro dell’intero progetto è un’opera in mattoni di terracotta e lastre in pietra serena, Altare (1994), attorno alla quale è stato progettato l’intero Atelier. Bagnoli e Semerano lo considerano il “punto energetico” che dà origine all’aspirale, alla rampa che permette allo spettatore di vedere e di vivere le opere da diverse altezze e angolazioni e che dinamizza tutti i corpi che costituiscono l’edificio.Alla base del pensiero progettuale c’è sicuramente l’idea dell’impermanenza che porta l’architetto a scegliere materiali che con il tempo si trasformeranno, a partire dal giunco che ha un ciclo di vita di 30 anni o dal legno usato come una pelle, che invecchia a contatto degli agenti atmosferici e che cambierà colore, confondendosi con il territorio circostante. L’edificio piano piano sparirà, avvolto dalla vegetazione, lasciando solo una traccia di sé.Seguendo l’idea del cambiamento e del divenire, Semerano racconta come l’Atelier non è concluso, ma si svilupperà in futuro con un braccio ipogeo, penetrando nella collina, senza sottrarre più spazio alla natura.Durante l'inaugurazione del 5 maggio è stato organizzato un omaggio a Michael Galasso, compositore americano ormai scomparso, con il quale Bagnoli ha più volte collaborato.

Fabrizio Del Bimbo